Italia e anziani: alcuni dati Istat
L’Italia è sempre più un paese di anziani: con oltre 7 milioni di over 75 e una speranza di vita tra le più alte in Europa, il nostro sistema sociale ed economico affronta sfide cruciali. Questo articolo analizza i dati Istat sull’invecchiamento della popolazione, lo stile di vita degli anziani, le condizioni di salute e le prestazioni pensionistiche, offrendo uno sguardo completo su una realtà in continua evoluzione.
Qual è la percentuale degli anziani in Italia?
Italia e anziani: il nostro Paese si conferma un paese di terza età. È quello che emerge da un rapporto Istat del 2019 condotto sulla piramide delle età della popolazione residente sul territorio italiano al 01.01.2019.
- sono 7.058.755 gli italiani “over 75”, l’11,7% della popolazione, di cui il 60% donne;
- sono 4.330.074 gli italiani “over 80”.
Qual è la speranza di vita media?
La speranza di vita media è di:
- 80,8 anni per gli uomini;
- 85,2 anni per le donne.
Gli anziani sono una risorsa per la società civile: rappresentano la memoria del passato, la saggezza e l’esperienza da tramandare alle nuove generazioni; sempre più spesso, essi suppliscono alla carenza di servizi assistenziali e supportano le nuove famiglie, i figli, i nipoti.
Tutto ciò presenta, però, un impatto economico complessivo, che l’Istat ha cercato di mettere in luce, analizzando diversi profili, che possono così essere riassunti:
- aspetti e stili di vita: gli anziani vivono insieme (7 uomini su 10 e 3 donne su 10) e vicino ai figli;
- condizioni di salute: 4 anziani su 10 presentano molteplici patologie croniche;
- prestazioni pensionistiche: nel 2018 spesi 293 miliardi di Euro in pensioni.
I dati sull'invecchiamento della popolazione italiana: L’Italia si conferma essere un paese con un livello di invecchiamento molto elevato: prima in Europa e, dopo il Giappone, il paese più vecchio al mondo.
Aspetti e stili di vita
L’Italia si conferma un paese con forti legami intergenerazionali. Gli anziani vivono in coppia, marito e moglie, in prossimità di figli e nipoti. Le donne vivono più frequentemente sole, soprattutto le vedove ultraottantenni (49,2% contro il 21,7% degli uomini). Quanto allo stile di vita:
- il 60% vive nello stesso comune di residenza dei figli;
- il 20,9% vive con i figli;
- il 15,1% vive nello stesso caseggiato dei figli;
- il 25,8% vive entro un chilometro dai figli;
- lo 0,9% ha figli lontani o all’estero;
- l’8,9% vive solo e senza figli;
- giardino privato, terrazzo o balcone per il 90% degli anziani e un cane in casa per 1 famiglia di anziani su 10.
Condizioni di salute
Risulta chiaro che è importante la qualità della vita e non solo la longevità. Il 22% del totale degli anziani presenta limitazioni motorie; il 42,3% degli “over 75” è multicronico (47% degli “over 80”). Le donne anziane stanno peggio degli uomini: il 24,7% di esse presenta gravi limitazioni nelle attività quotidiane e il 48,1% di esse presenta più di una malattia legata alla senilità.
Titolo di studio e ripartizione geografica, incidono sulla qualità della vecchiaia. Rappresenta una falsa immagine, uno stereotipo sociale, quella di anziani, quasi centenari, che non hanno mai lasciato il paese di origine e che hanno sempre vissuto di antiche tradizioni e lavori agresti. Lo stile di vita sano e l’ambiente naturale sono fattori certamente favorevoli, ma le statistiche dimostrano che la quota di anziani che invecchia meglio è quella che risiede al Nord, ove esistono maggiori servizi, e con un titolo di studio che nel tempo ha assicurato condizioni di lavoro meno faticose e meno usuranti.
Prestazioni pensionistiche
Nel 2018, i pensionati sono risultati essere 16 milioni e si registra una forte disuguaglianza nel reddito tra pensionati: 1/5 del totale dei pensionati fruisce dei redditi pensionistici più alti cui va il 42,4% della spesa pubblica complessiva. Assistenza pensionistica: per quasi 7.400.000 famiglie con pensionati, i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre i 3/4 del reddito familiare disponibile e percepito (Fonte: Istat, gennaio 2020). L’incidenza della spesa pensionistica è, quindi, molto elevata e la tenuta del sistema previdenziale “scricchiolerà” se il ricambio generale dei giovani occupati non riuscisse a compensare gli esborsi con rapporti di lavoro stabili e continuativi.
Infine, dall’annuario statistico dell’Istat, la conferma di una tendenza demografica: Italia al minimo storico di nascite, famiglie sempre più piccole, il 33% degli italiani è single.
I dati parlano chiaro: non dobbiamo dimenticarci dei giovani.