Torna al magazine 03/08/2022 DASapere

Italia e anziani: alcuni dati Istat

L’Italia è sempre più un paese di anziani: con oltre 7 milioni di over 75 e una speranza di vita tra le più alte in Europa, il nostro sistema sociale ed economico affronta sfide cruciali. Questo articolo analizza i dati Istat sull’invecchiamento della popolazione, lo stile di vita degli anziani, le condizioni di salute e le prestazioni pensionistiche, offrendo uno sguardo completo su una realtà in continua evoluzione.
sfondo casi risolti

Qual è la percentuale degli anziani in Italia?

Italia e anziani: il nostro Paese si conferma un paese di terza età. È quello che emerge da un rapporto Istat del 2019 condotto sulla piramide delle età della popolazione residente sul territorio italiano al 01.01.2019.

  • sono 7.058.755 gli italiani “over 75”, l’11,7% della popolazione, di cui il 60% donne;
  • sono 4.330.074 gli italiani “over 80”.

 

Qual è la speranza di vita media?

La speranza di vita media è di:

 - 80,8 anni per gli uomini;

 - 85,2 anni per le donne.

Gli anziani sono una risorsa per la società civile: rappresentano la memoria del passato, la saggezza e l’esperienza da tramandare alle nuove generazioni; sempre più spesso, essi suppliscono alla carenza di servizi assistenziali e supportano le nuove famiglie, i figli, i nipoti.

Tutto ciò presenta, però, un impatto economico complessivo, che l’Istat ha cercato di mettere in luce, analizzando diversi profili, che possono così essere riassunti:

 - aspetti e stili di vita: gli anziani vivono insieme (7 uomini su 10 e 3 donne su 10) e vicino ai figli;

 - condizioni di salute: 4 anziani su 10 presentano molteplici patologie croniche;

 - prestazioni pensionistiche: nel 2018 spesi 293 miliardi di Euro in pensioni.

I dati sull'invecchiamento della popolazione italiana: L’Italia si conferma essere un paese con un livello di invecchiamento molto elevato: prima in Europa e, dopo il Giappone, il paese più vecchio al mondo.

Aspetti e stili di vita

L’Italia si conferma un paese con forti legami intergenerazionali. Gli anziani vivono in coppia, marito e moglie, in prossimità di figli e nipoti. Le donne vivono più frequentemente sole, soprattutto le vedove ultraottantenni (49,2% contro il 21,7% degli uomini). Quanto allo stile di vita:

 - il 60% vive nello stesso comune di residenza dei figli;

 - il 20,9% vive con i figli;

 - il 15,1% vive nello stesso caseggiato dei figli;

 - il 25,8% vive entro un chilometro dai figli;

 - lo 0,9% ha figli lontani o all’estero;

 - l’8,9% vive solo e senza figli;

 - giardino privato, terrazzo o balcone per il 90% degli anziani e un cane in casa per 1 famiglia di anziani su 10.

Condizioni di salute

Risulta chiaro che è importante la qualità della vita e non solo la longevità. Il 22% del totale degli anziani presenta limitazioni motorie; il 42,3% degli “over 75” è multicronico (47% degli “over 80”). Le donne anziane stanno peggio degli uomini: il 24,7% di esse presenta gravi limitazioni nelle attività quotidiane e il 48,1% di esse presenta più di una malattia legata alla senilità.

Titolo di studio e ripartizione geografica, incidono sulla qualità della vecchiaia. Rappresenta una falsa immagine, uno stereotipo sociale, quella di anziani, quasi centenari, che non hanno mai lasciato il paese di origine e che hanno sempre vissuto di antiche tradizioni e lavori agresti. Lo stile di vita sano e l’ambiente naturale sono fattori certamente favorevoli, ma le statistiche dimostrano che la quota di anziani che invecchia meglio è quella che risiede al Nord, ove esistono maggiori servizi, e con un titolo di studio che nel tempo ha assicurato condizioni di lavoro meno faticose e meno usuranti.

Prestazioni pensionistiche

Nel 2018, i pensionati sono risultati essere 16 milioni e si registra una forte disuguaglianza nel reddito tra pensionati: 1/5 del totale dei pensionati fruisce dei redditi pensionistici più alti cui va il 42,4% della spesa pubblica complessiva. Assistenza pensionistica: per quasi 7.400.000 famiglie con pensionati, i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre i 3/4 del reddito familiare disponibile e percepito (Fonte: Istat, gennaio 2020). L’incidenza della spesa pensionistica è, quindi, molto elevata e la tenuta del sistema previdenziale “scricchiolerà” se il ricambio generale dei giovani occupati non riuscisse a compensare gli esborsi con rapporti di lavoro stabili e continuativi.

Infine, dall’annuario statistico dell’Istat, la conferma di una tendenza demografica: Italia al minimo storico di nascite, famiglie sempre più piccole, il 33% degli italiani è single.

I dati parlano chiaro: non dobbiamo dimenticarci dei giovani.

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